Mimose “nervose”

Mi piacerebbe proprio che l’8 marzo fosse un’opportunità per riflettere su ciò che significa essere donne oggi, specialmente partendo da chi appartiene alla generazione Z.

Ricordare e conservare i sogni

Tutti sognano
Spesso la notte ci porta doni preziosi, a volte queste sensazioni perdurano al risveglio e saperle conservare da’ energia.

Sui social non vengo bene

L’altro giorno, riordinando un cassetto ho trovato delle mie vecchie foto- tessera conservate per la vecchia aspirazione di poterle utilizzare al volo una volta scaduto il passaporto o la carta d’identità.

Oggi non è più così e gli Enti preposti a rilasciare documenti accettano anche foto fatte con i cellulari: basta che dietro ci sia uno sfondo bianco e soprattutto che non si sorrida.

Quel che si rimanda genera stress

Parecchi anni orsono lessi un’interessante intervista a un grande psichiatra americano di cui purtroppo non ricordo il nome. La domanda principale era perché avesse scelto di fare proprio quel mestiere. Egli raccontò che agli esordi per fare tirocinio aveva scelto di stare per un po’ di tempo dietro la consolle di un telefono-amico, molto in voga a quell’epoca.

Generazione Z: quando l’Identità va oltre le etichette

Lo scrittore e filosofo Alain De Botton affermava che secoli fa l’identità personale era definita dall’appartenenza religiosa e, in subordine, per l’adesione a corporazioni e mestieri, specie nell’epoca del XIII e XIV secolo.